Il New Yorker ha da poco pubblicato un suo nuovo racconto, il primo in inglese da più di quindici anni. In questo presente inquieto, in cui ci si vergogna a celebrare il 4 luglio americano ed è minacciata persino la nostra memoria del 25 aprile, è il momento ideale per leggere la sua magistrale prosa, ormai intrinsecamente bilingue